Dare valore alla disabilità
Il progetto Malelingue nasce dall'incontro di quattro persone che condividono un ideale comune, dare valore alla disabilità attraverso l'arte. L'arte cinematografica più precisamente.
Tutto nasce dall'idea di Canape Mattia (coordinatore del progetto e dipendente di ANFFAS Luino) di partecipare al festival del cinema nuovo. Assieme a Roberto Lodi Rizzini (autore della storia), Livio Parietti (sceneggiatore) e Roberto Contini (regista e sceneggiatore) elaborano un progetto ambizioso che mira a coinvolgere le varie realtà che si occupano di disabilità nella zona del Luinese ( Costa sorriso-ente capofila-, Anffas, , Cdd) e a convogliare queste forze nell'obbiettivo del progetto: partecipare al Festival del Cinema nuovo.
La rassegna Festival del Cinema Nuovo
Questa rassegna internazionale si svolge a Milano con cadenza biennale ed altro non è che un concorso di cortometraggi realizzati "da e con" disabili inseriti in centro a favore dei portatori di handicap. Questo festival è atipico rispetto ad un "normale" concorso cinematografico: la sua fondamentale vocazione ludico- socio-educativa esige che i parametri
di giudizio debbano necessariamente trascendere il puro aspetto tecnico, tenendo nel dovuto conto la filosofia e le caratteristiche del festival stesso.
Quale intento per il progetto Malelingue?
Il progetto Malelingue non intende (in linea con i dettami del regolamento del concorso) creare un film sulle problematiche delle persone disabili. Non vogliamo neppure che i disabili rappresentino se stessi.
Quello a cui puntiamo invece è valorizzare esperienze cinematografiche in cui i disabili siano protagonisti di vere storie, in cui producano vera fiction. Riteniamo importante che la "storia" sia frutto di attività continuative, coinvolgenti e radicate nei centri dove essi sono
inseriti. Desideriamo inoltre che questa esperienza esprima vitalità, gusto di sognare, capacità di immedesimarsi in storie e ruoli diversi: voglia di fare cinema.
11° edizione del Festival del Cinema Nuovo
Ad ottobre (data ancora da destinarsi) si terrà la undicesima edizione del Festival del Cinema Nuovo. Il progetto Malelingue è convinto che fare cinema può favorire l'intenzionalità psico-sociale più profonda del nostro impegno: il benessere dei nostri ragazzi che parteciperanno al cortometraggio.
Chi sono gli attori?
La cinepresa ci permette di fissare l'attimo fuggente sul volto dei nostri ragazzi e la loro espressività. Bisogna stare attenti, saper cogliere, interpretare, focalizzare, per poi assemblare, ricostruire, strutturare: per fare poesia. Basta catalizzare queste "tante positività"con pazienza ed ognuno di loro darà il meglio nel progetto d'insieme.
I nostri ragazzi sono stati catalogati come handicappati, portatori di handicap, disabili. Ora si usa anche il termine diversamente abili. Ma anche questa affermazione ci lascia perplessi. L'accento azione è sempre sulle "abilità". Molti dei nostri ragazzi non sono purtroppo neanche "diversamente abili " per quanto riguarda le "capacità", così come vengono intese abitualmente.
Sono persone vive, sensibili, autentiche; le loro emozioni sono spontanee, vere. il nostro regista dovrà conquistare con fatica quanto i nostri ragazzi riusciranno ad esprimere con semplicità e spontaneità.
Protagonisti colmi di vitalità e voglia di sognare
Il nostro cortometraggio, se ben condotto, metterà in evidenza questa vitalità dei nostri attori che diventeranno così ambasciatori di se stessi, della loro ricchezza interiore.
Anche l'attività cinematografica, se ben gestita, può produrre quei processi benefici di autostima e gratificazione che si possono innescare attraverso ogni attività creativa. Basta riuscire a canalizzare le loro molte positività che spesso non vengono valorizzate. I nostri ragazzi hanno capacità di rischio, vitalità, gusto di sognare.
Vogliamo insomma offrire loro un'altra possibilità di esprimersi.
Il piacere dell'espansione creativa
Attualmente, troppo spesso e con presunzione, si attribuisce ad ogni attività il valore di terapia: ippoterapia, musicoterapia, ludoterapia... Non vogliamo anche noi cadere nella trappola di far diventare terapia ogni esperienza. Però, quando il piacere dell'espansione creativa- emotiva dell' operatore si allinea ed integra con il piacere dell'espansione creativa- emotiva della persona disabile, ne scaturisce un contatto "incandescente" che fa scoccare la scintilla della vera terapia. Naturalmente c'è vero effetto terapeutico se la positività si generalizza in ambienti e situazioni diverse e si prolunga nel tempo.
Siamo coscienti che uno spettacolo fatto da disabili può portare con sé il rischio del grottesco o dell'ambivalenza. Noi non vogliamo provocare "benevola compiacenza".
Non ci piace l'emozione che nasce perché si è in una situazione in cui tutto è commovente; "perché sono diversi". Non vogliamo che si battano le mani perché, comunque "sono fin troppo bravi". Vorremmo che ci si stupisca non per quello che questi nostri ragazzi non hanno o non sanno, ma per quello che sono e che fanno.
Fare cinema favorirà e svilupperà la cultura sociale della disabilità attraverso questa nuova proposta di inclusione sociale.
Canape Mattia
Coordinatore Progetto Malelingue